Storia:
BREVE RACCONTO STORICO DELLA CHIESA SANTA MARIA ADDOLORATA
La realizzazione della Chiesa Nazionale Argentina si deve alla nobile iniziativa di Don José León Gallardo, versatile e generoso sacerdote argentino, che per la devozione che nutriva nei confronti della Santa Sede, concepì l’idea di erigere a sue spese una nuova chiesa nel rione in cui aveva iniziato il suo servizio sacerdotale.
In seguito al consenso espresso a tale riguardo dal Pontefice, Pio X, nel marzo del 1910 il Vicariato di Roma gli affidò la cura del quartiere Salario, e il seguente 15 maggio Don Gallardo acquistò il terreno situato in quella che allora veniva chiamata Piazza Quadrata, la quale a partire dal 1924 ricevette il nome attuale di Piazza Buenos Aires. Il 9 giugno 1910 venne collocata e benedetta la prima pietra del nuovo Tempio, dedicato alla Beata Maria Vergine dell’Addolorata, e il 9 dicembre 1913 l’Arcivescovo di Buenos Aires poté inaugurare l’Oratorio dell’Addolorata, dove provvisoriamente si celebravano le funzioni religiose, in attesa che la costruzione della chiesa fosse ultimata, dopo il ritardo nei lavori causato dalla guerra. Il 1º maggio del 1915 l’Episcopato argentino inoltrò al Santo Padre Benedetto XV una petizione affinché il Tempio della Beata Maria Vergine dell’Addolorata fosse considerata Chiesa Nazionale Argentina.
Il 18 giugno il Papa concesse la grazia richiesta, rallegrandosi che l’Argentina fosse la prima repubblica americana ad avere una Chiesa Nazionale in Roma.
Il 7 ottobre del 1920 il Governo argentino accettò l’offerta di Mons. Gallardo di celebrarvi ogni anno le funzioni patriottico–religiose del 25 maggio e del 9 luglio. Il 9 luglio 1924 si giunse all’inaugurazione parziale del Tempio, ma l’11 novembre dello stesso anno Mons. Gallardo morì prematuramente a Genova. Questo evento ebbe come conseguenza una nuova paralisi dei lavori.
L’erede universale di Mons. Gallardo, il fratello Ángel, Ministro delle Relazioni Estere e del Culto della Repubblica Argentina, decise di continuarne l’opera; seguendo le istruzioni lasciategli da José León, nel 1929 cedette all’Arcivescovo di Buenos Aires, in qualità di rappresentante dell’Episcopato argentino, la proprietà del terreno, della Chiesa e delle altre costruzioni annesse.
Il seguente 24 giugno vennero ceduti uso ed usufrutto della Chiesa Nazionale Argentina all’Ordine dei Mercedari, che si impegnò sia a terminare rapidamente i lavori sia ad avere cura della conservazione e del buono stato della Chiesa e degli edifici annessi. Si stabilì che il Rettore fosse sempre un religioso mercedario, argentino di nascita. Il primo Rettore della Chiesa fu lo stesso Padre Generale dei Mercedari, Juan del Carmelo Garrido y Blanco.
I Mercedari portarono a compimento i lavori, ed il 1º novembre del 1930 si inaugurò la Chiesa, la quale fu anche Parrocchia dal 1932 al 1934, anno in cui venne trasferita alla vicina Chiesa di Santa Bonosa. La Chiesa Nazionale Argentina è stata inoltre sede della Curia Generalizia dell’Ordine dei Mercedari fino al 1965. L’11 novembre del 1964, a quaranta anni dalla morte, i resti di Mons. Gallardo furono trasferiti dal Cimitero del Verano alla Chiesa Argentina, nella cappella a sinistra dell’ingresso. Il 7 giugno 1967 Paolo VI, con Costituzione apostolica, annetté nel numero dei titoli cardinalizi presbiterali il Tempio della Beata Maria Vergine Addolorata a Piazza Buenos Aires. Il Cardinale titolare è oggi Mons. Estanislao E. Karlic, Arcivescovo Emerito di Paraná.
Il 27 febbraio del 1989 la Conferenza Episcopale Argentina decise di riprendere la gestione della Chiesa e il 12 novembre dello stesso anno venne nominato il primo Rettore appartenente al clero diocesano. Il 13 novembre del 1998, un momento memorabile nella storia della chiesa: Sua Santità Giovanni Paolo II ha presieduto nella Chiesa Nazionale Argentina una Liturgia della Parola e vi ha intronizzato un’immagine della Vergine di Luján. Il 15 agosto del 2001 la Conferenza Episcopale Argentina ha decretato l’erezione del Collegio Sacerdotale Argentino in Roma annesso alla Chiesa, confermata il seguente 24 febbraio dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica.
Ha assunto così veste giuridica la consuetudine di ospitare nella Chiesa Nazionale Argentina sacerdoti provenienti dalle differenti Diocesi argentine, al fine di specializzarsi a Roma nelle Università Pontificie.
 
LA CHIESA NAZIONALE ARGENTINA
Santa Maria Addolorata a Piazza Buenos Aires a Roma, è una realtà pastorale che si inserisce nella Diocesi che è capo e madre di tutte le chiese del mondo. Roma è la Chiesa primaziale nel senso che sant’Ignazio di Antiochia definiva come “la Chiesa che presiede nella carità tutte le chiese”.
La Chiesa di Roma, il cui vescovo è il successore di san Pietro, nel complesso delle Chiese locali che fanno presente l’unica Chiesa di Gesù Cristo, ha la missione di promuovere e garantire l’unità della fede e della carità di tutti i credenti. Si tratta di una Diocesi molto particolare non solo per la sua personale missione ma anche perché nel suo dinamismo è una comunità costituita da tutti i suoi “membri naturali”, vale a dire i fedeli e i pastori propriamente romani, e da tanti fedeli, consacrati e sacerdoti che provengono da tutti i punti cardinali. Proprio per questo si comprende come la città eterna ospiti diverse chiese nazionali. Una chiesa nazionale è un tempio particolarmente orientato ad essere segno e presenza. Segno della comunione, nel caso della Chiesa Nazionale Argentina, della Chiesa che peregrina in Argentina con il Papa.
Presenza di pastori inviati da quella stessa chiesa per accogliere, accompagnare e presiedere i fedeli argentini di passaggio a Roma o che qui vivono. Da quando Mons. José León Gallardo, cento anni fa, ricevette dal Papa Benedetto XV l’incarico di reggere la nuova chiesa nazionale, ha continuato ad accogliere gli Argentini che nella migrazione europea si incontravano per celebrare le principali feste patrie. Inoltre ha rappresentato la prima presenza pastorale nel quartiere e pertanto, fino a che si creò la nuova parrocchia della zona, fu un centro di attenzione pastorale anche per i fedeli italiani residenti.
Tutti i rettori che sono succeduti al fondatore della chiesa si sono impegnati nell’annunciare il vangelo, celebrare i divini misteri, attendere alle necessità spirituali e materiali dei fedeli. Attualmente il tempio rimane aperto tutto il giorno, permettendo a chi desideri avere un momento di pausa e di preghiera, di trovare un luogo di silenzio e di raccoglimento. Sono molte le persone che quotidianamente vengono a lavorare nei dintorni. La pausa del mezzogiorno rappresenta per loro un’opportunità per avvicinarsi alla celebrazione dell’Eucaristia o per avere un po’ di tempo per pregare. L’Eucaristia è celebrata tre volte al giorno durante la settimana e quattro la domenica e i giorni festivi. La mattina e la sera si prega nella comunità la liturgia delle ore. Il sabato e la domenica ha luogo un’ora di adorazione eucaristica. Durante la settimana si riuniscono diversi gruppi di preghiera. Le feste della Vergine di Luján e di Santa Maria Addolorata sono precedute da una novena. La Pasqua e il Natale sono feste con molto afflusso di gente e la liturgia è preparata con la particolare collaborazione dei fedeli laici. La prima domenica di ogni mese si celebra la “Messa degli Argentini”. È un’opportunità per celebrare e condividere la fede e l’appartenenza nazionale.
 
ARCHITETTURA:
L’architettura del complesso è opera dell’ing. Giuseppe Astorri, che riprese, con un certo eclettismo, i tipi ed i cromatismi marmorei della basilica costantiniana. La facciata del tempio si eleva su di un prònao con tre archi a pieno sesto che poggiano su agili colonne ioniche in granito nero di Biella, termina in alto orizzontalmente e s’incurva in avanti. La decorazione musiva, messa in opera da Giambattista Conti nel 1914, è bizantineggiante, mentre l’iconografia è paleocristiana. Anche il grande mosaico dell’abside, del 1959, è opera del Conti, realizzata da Marco Tullio Monticelli. Altre opere musive: il Sacro Cuore, ispirato al Cristo del Velázquez, del 1960 e la più recente effigie della Madonna della Mercede, opera della Scuola italiana del mosaico di Montepulciano. Le navate della chiesa sono tre, separate da file di otto colonne ioniche scanalate di marmo e sovrastate da altrettante colonne corinzie che delimitano il matroneo, nel quale si trova l’organo, opera di Mutin Cavaillé-Coll, acquistato da mons. Gallardo. La navata centrale ha la volta a capriata. Pannelli lignei rivestono i soffitti, marmi policromi ricoprono le pareti e figure geometriche procedono lungo il pavimento. Dal 1966 il tappeto centrale racchiude l’emblema argentino. Nella balaustra ad intaglio che delimita il presbiterio sono incastonati l’ambone dell’Epistola e quello più alto della Parola, con mosaici in stile cosmatesco. L’altare maggiore, in onice dorato, ha un alto ciborio con tetto architravato. Le quattro colonne corinzie sono in granito lucido di Tandil e i capitelli in bronzo. Notevoli gli interventi di Duilio Cambellotti: il tabernacolo, i leoni dell’ambone piccolo, le due formelle in bronzo. La Cappella a destra dell’Abside ospita la statua della Nostra Signora di Lujàn, patrona dell’Argentina e le bandiere delle Province Argentine. All’interno è situata la statua del Beato argentino Josè Gabriel del Rosario Brocero donata dalla Diocesi di Cordova a Papa Francesco che a sua volta ha voluto donarla alla Chiesa Nazionale Argentina.